Il governo ha compiuto un errore inaccettabile e gravissimo decidendo di cancellare il Reddito di Cittadinanza. Nelle province di Frosinone e Latina questa scelta politica ha gettato nell'incertezza e nel disagio oltre 22.000 nuclei familiari, coinvolgendo quasi 50.000 persone – per la precisione 26.249 su Latina e 22.328 su Frosinone - che si trovano ora senza una fonte di reddito da un giorno all'altro. Questa drastica decisione dimostra una mancanza di sensibilità e responsabilità verso la popolazione più vulnerabile del nostro paese.
Il Reddito di Cittadinanza era un sostegno fondamentale per le famiglie in difficoltà, offrendo un aiuto economico per far fronte alle spese quotidiane, garantendo il diritto fondamentale alla dignità e alla sicurezza economica. La cancellazione di questo sostegno mette a repentaglio il futuro di queste famiglie, costringendole a vivere nell'angoscia dell'incertezza finanziaria e della povertà.
Il governo ha ignorato le reali necessità delle persone e ha preferito prendere decisioni di carattere puramente economico senza valutare l'impatto sociale devastante che questa misura avrebbe avuto. Le conseguenze di questa scelta politica avranno un effetto a catena, con il rischio concreto di incremento della povertà, dell'instabilità sociale e del degrado delle comunità colpite.
“Come CGIL, oltre a ritenere profondamente ingiusto e inaccettabile un passo del genere, pensiamo che in realtà questo governo si stia continuando a nascondere evitando quello che realmente è il punto nevralgico della discussione e che proprio il Reddito di Cittadinanza ha avuto il merito di portare all’attenzione del dibattito pubblico: l’accesso al mondo del lavoro e il salario minimo garantito; per la prima volta in Italia le persone hanno avuto la possibilità di non dover accettare per forza lavori non regolari e/o non adeguatamente retribuiti”. Così si espresso il segretario generale della CGIL Frosinone Latina Giuseppe Massafra, che continua: “i temi che riguardano il mercato del lavoro e il suo stato di salute vanno affrontati con la massima urgenza e determinazione se non vogliamo arrivare a un tracollo economico e sociale; salario minimo, ma anche come avviene l’accesso al mondo del lavoro, le pari opportunità, i centri per l’impiego ormai soppiantati nella loro funzione pubblica dalle agenzie per il lavoro private, le condizioni di salute e sicurezza nei luoghi di lavoro, la formazione continua e obbligatoria e altro ancora. Inoltre, la mancanza improvvisa di risorse economiche sulle quali si faceva affidamento potrebbe limitare l'accesso ai servizi sanitari e all'istruzione, mettendo a repentaglio la salute e il benessere dei membri più vulnerabili di queste famiglie, famiglie e persone che a partire da gennaio 2024 potrebbero non avere più i requisiti per accedere alla nuova misura di sostegno varata dal governo, ovvero l’assegno d’inclusione. Stando ai primi dati, infatti, sarebbero 7.042 su Latina e 6.235 su Frosinone i nuclei familiari che a Gennaio rischiano di non poter richieder l’assegno d’inclusione, una vera bomba sociale che si riverserà su tutti comuni del Lazio meridionale e sui loro servizi. Una situazione critica e delicatissima: i sindaci delle province di Frosinone e Latina, gli amministratori provinciali, la politica tutta può e deve svolgere un ruolo cruciale nel mitigare i rischi, nel sostenere le famiglie colpite e nel rappresentare queste istanze al governo. Come CGIL ribadiamo la nostra volontà di far fronte comune per supportare le famiglie in difficoltà e affrontare questa fase con soluzioni concrete e sensibili al fine di arginare e le problematiche incombenti e sostenere le famiglie e le persone colpite”. Così conclude Giuseppe Massafra.