Patrizia Fieri, segretaria confederale della CGIL Frosinone Latina, riportando i dati dello studio della CGIL del Lazio, fotografa la triste realtà della situazione del mercato del lavoro nelle nostre due province. “Nonostante l’economia del Lazio sia una delle più importanti del Paese, si registri un aumento dei redditi complessivi dichiarati e crescano i depositi bancari, il mondo del lavoro non vive i benefici di questo miglioramento. Nel Lazio c’è un’emergenza che riguarda il lavoro che si chiama precarietà , una piaga certamente non recente ma che le scelte quantomeno spericolate degli uiltimi governi hanno ulteriormente esasperato. Il risultato è che il Lazio, sia in periodi di contrazione economica che di crescita, vede aumentare solo il lavoro precario e di brevissima durata”.
Infatti, stando allo studio che la CGIL di Roma e del Lazio ha svolto sui dati occupazionali, nella provincia di Frosinone l’84% dei contratti attivati è a tempo determinato, ovvero 4.311, contestualmente le cessazioni dei contratti a tempo indeterminato sono 3.385 con un saldo negativo tra contratti attivati e cessati; sulla provincia di Latina il dato addirittura peggiora, il 93% è a tempo determinato, pari a 128,048, questo è dovuto soprattutto alla stagionalità che caratterizza il territorio, sia nell’agricoltura che nel settore turistico, ma a conferma del dato nazionale, sono soprattutto le lavoratici donne a subire questo precariato estremo dove il 17% dei contratti è inferiore a 3 giorni, e l’età media è compresa tra i 35 e i 55 anni.
Tranne che nella tipologia di lavoro autonomo, le donne hanno sempre il primato sul lavoro precario, soprattutto sul part time involontario, l’assurdo lo si raggiunge nei settori quali pubblica amministrazione, istruzione, sanità , dove le cessazioni sono superiori alle attivazioni, con le conseguenze che ne derivano rispetto alla continuità lavorativa necessaria per queste tipologie di impiego.
Continua poi Patrizia Fieri: “Se analizziamo le cessazioni dei contratti, si evidenzia che il 70% su Latina e il 57% su Frosinone è dovuto al termine e non per dimissioni volontarie magari con l’alternativa di un altro impiego, sperando sia a tempo indeterminato, e ancora una volta la superiorità numerica è tutta al femminile senza distinzione di provincia”. Conclude la segretaria confederale:”Questi dati confermano che la “via maestra” intrapresa dalla CGIL , è quella da percorrere , oggi più che mai il contrasto al precariato, la necessità di buona occupazione, la stabilità economica, l’uguaglianza tra lavoratori, pari dignità e diritti ,sono l’obiettivo da raggiungere, dobbiamo impegnarci tutti, perché il lavoro c’è, servono scelte diverse, che rimettano al centro il lavoro e non solo il profitto”.