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LA TRAGEDIA INVISIBILE DELL'AGRO PONTINO: SCHIAVITÙ E DISUMANITÀ NEI CAMPI; NELLE CAMPAGNE DI LATINA UN BRACCIANTE PERDE UN BRACCIO E VIENE BUTTATO IN STRADA



Quanto accaduto a Borgo Santa Maria non può essere considerato semplicemente un infortunio sul lavoro, ma rappresenta la tragica conseguenza della condizione di schiavitù a cui sono sottoposti migliaia di lavoratori nell'agro pontino. Il giovane bracciante di nazionalità indiana, tuttora in pericolo di vita, dopo aver perso un braccio, tranciato da un macchinario per la preparazione delle serre, non ha avuto nemmeno la possibilità di essere soccorso immediatamente e adeguatamente. Nonostante le condizioni disperate, è stato scaricato davanti alla sua abitazione come un rifiuto, un oggetto ormai inservibile.

Questo è l'ennesimo, inaccettabile episodio di disumanità in un territorio che, negli ultimi anni, ha riempito le cronache di precarietà e sfruttamento. Ciò che è ancora più grave è che questa situazione sembri ormai essere considerata normale.” Queste le parole del segretario generale CGIL Frosinone Latina Giuseppe Massafra, che continua:”Sembra normale che, nell'agricoltura del pontino, continuino a esistere "fantasmi" che si ammazzano di lavoro nei campi, trattati come schiavi e privati della loro dignità. Sembra normale che migliaia di persone di altre etnie, che abitano questo territorio da generazioni, continuino a vivere ai margini di un sistema che non li riconosce, ma che si nutre di loro.
Sembra normale che, dopo eventi di questo genere, l'unica aspettativa sia una breve indignazione, destinata a durare il tempo di un articolo di giornale, senza nessuna azione concreta per porre fine a questa disumanità.

Conclude Massafra:”La denuncia non basta più. Serve un'azione forte che smuova le coscienze. Serve la consapevolezza diffusa che, quando la dignità di un solo essere umano viene calpestata, l'asticella inevitabilmente si abbassa per tutti”.



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